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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Acqua, i civitavecchiesi: "negato un bene primario, perché pagare le bollette?"

Solerte arriva la risposta del portavoce del sindaco Tidei, Fabio Angeloni, alla civitavecchiese che ha messo nero su bianco in una lettera le sue rimostranze

"Uno dei principali elementi (se non il primo) che consente a un contesto sociale di essere definito civile è l'acqua potabile".

Inizia così la lettera della signora Lucia inviata al sindaco Pietro Tidei per denunciare la drammatica situazione che la città si trova a dover fronteggiare da un mese. Niente acqua potabile per diverse zone della città. Colpa prima dei coliformi totali e poi dell'alluminio, impossibile da eliminare anche con la bollitura. Soluzione: comprare l'acqua minerale al supermercato.

"Purtroppo, per qualche funesta congiuntura, dai rubinetti delle case dei civitavecchiesi, già duramente provati dalla passata gestione, continua ad uscire acqua non potabile. Un giorno sì e l'altro pure. Alluminio? Residui fecali? Piombo fuso? Battute a parte, non appena il Tuo assessore competente riuscirà ad individuare analisi che lo soddisfano, si spera di poter almeno conoscere la verità ufficiale. Intanto - prosegue nella lettera la civitavecchiese - l'assessore chiede pazienza".

Una "qualità dell'animo" impossibile da far "rientrare tra le categorie dell'efficienza amministrativa" quando "l'oggetto è la privazione di un bene primario come appunto l'acqua. La non potabilità configura una situazione di emergenza totale, a cui deve corrispondere un livello di misure e di allarme adeguati: ordinanze mirate per gli esercizi pubblici, per le mense, per le case di cura, ...; il tutto naturalmente accompagnato da un'azione di informazione capillare a conforto di tutti i cittadini, anziani, irregolari e anche di tutti coloro che, per ovvi motivi, non hanno modo di accedere ai canali classici di comunicazione, da internet alla carta stampata".

Insomma, più che pazienza, "ci sono i presupposti per iniziare ad essere arrabbiati". E la civitavecchiese spiega i motivi:

- Perché l'acqua potabile, bene primario, deve essere garantita ogni giorno, ogni settimana, ogni mese dell'anno

- Perché le utenze sono pagate a fronte di un servizio: se il servizio non viene erogato, ai cittadini deve essere riconosciuto il diritto di decurtare dalla bolletta ogni giorno, ogni settimana, ogni mese dell'anno, in cui non ha avuto acqua potabile

- Perché come cittadini contribuenti abbiamo diritto a vivere in un contesto degno di essere definito civile, almeno per i servizi essenziali

- Perché la manifesta incapacità con cui l'assessore competente ha gestito la questione è tale da motivarne l'immediata rimozione.

E non tarda ad arrivare la risposta dell'amministrazione comunale alla signora Lucia, per penna del portavoce del sindaco Tidei, Fabio Angeloni.

"Ha ragione quando sottolinea che l'acqua rientra in quei bisogni primari ai quali ogni amministrazione deve dare priorità. Così è stato tre giorni dopo l'insediamento del sindaco Tidei che ha fortemente voluto il ripristino dell'acquedotto di Oriolo fermo da un paio di anni. Oggi l'acquedetto eroga oltre 40 litri secondo e a lui sono legate le speranze di rendere potabile l'acqua che Hcs prende dal Mignone". E tornano a spiegare come un "bacino di raccolta profondo otto metri si è negli anni riempito di melma. Ne restano 40 centimetri per decantare l'acqua.  Non bastano, ovviamente e l'aggiunta di policloruri di alluminio finisce per ripulire dai fanghi ma lasciando le tracce che rendono l'acqua inutilizzabile. Ecco perché il Sindaco ha disposto il trattamento con l'aggiunto dell'acqua pulita di Oriolo e dell'Acea. Capisce bene - si rivolgono alla signora Lucia - che questa è una situazione di emergenza ereditata dalla passata Giunte e capisce bene che la passata giunta purtroppo non ha mosso un dito. L'assessore Mecozzi quando sostiene che, per risolvere, è necessario del tempo, ha ragione e le responsabilità sulla questione, risalgono alle gestioni precedenti".

E lo difendono: "Messo a gestire un'emergenza grave, non solo ha condotto a termine i lavori di ripristino dell'Oriolo ma ha scelto la strada della massima informazione: quest'estate ogni giorno le redazioni dei giornali e delle televisioni ricevevano dal Comune un dettagliato report con le varie portate e le richieste di autobotti, a dire il vero molto limitate. In occasione della crisi dell'alluminio sono stati resi noti - come mai fatto prima - i dati delle analisi per ciascun punto di prelievo, proprio perché, come dice lei, è necessaria la massima informazione soprattutto a tutela delle fasce più deboli".

Un'amministrazione, insomma, "messa sotto stress da questa emergenza" che "ha scelto di rendere noto quelle che erano, che sono, e che saranno tutte le operazioni condotte dal Comune e dai suoi tecnici sull'acqua che considera un bene pubblico. È evidente che in questa situazione la bolletta risulti più amara. Ma si tratta della bolletta 2010 per la quale, a dire il vero, l'ex sindaco Moscherini aveva promesso sconti per i periodi di acqua insufficiente o inquinata". E informano la civitavecchiese che a tal proposito "non esiste un solo atto ufficiale, ma nemmeno una evidenza o una semplice nota negli uffici tecnici degli acquedotti che consenta di calcolare gli sconti pur sbandierati e pur promessi. Tanto più che non le farà piacere sapere che l'acqua sporca dell'Hcs costa bene 80 centesimi al litri (delibera della precedente Giunta per sostenere le spese del mostro Hcs) contro i 16 centesimi dell'acqua dell'Acea. L'Oriolo essendo del Comune è gratis".

E incalzano la signora Lucia: "Esatto signora ha capito bene. E ha capito anche a questo punto di chi sono le reali responsabilità di quanto da lei lamentato. E sono convinto, a questo punto, che sta iniziando a pentirsi di non aver scritto con la stessa solerzia e la stessa sollecitudine dimostrata in questa lettera, un paio di anni fa, quando l'acqua nelle case non c'era e a palazzo del Pincio tutto taceva, mentre a nostro danno venivano fatte scelte di cui oggi paghiamo tutti le conseguenze".

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