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Alluminio nell'acqua, si pensa a un possibile sabotaggio

Il primo cittadino pensa alla rimozione del responsabile del bacino di Monte Augiano. Intanto la polemica sulla non potabilità divampa anche nel mondo politico

Acqua ancora inquinata. Alluminio presente nell'acqua. Un bacino, quello di Monte Augiano da 8 metri passato a un metro di profondità. Filtri a carbone e a sabbia non del tutto (non tutti) funzionanti. E ora da palazzo del Pincio spunta l'ipotesi che qualcuno abbia sabotato il bacino, con il sindaco Tidei pronto a prendere provvedimenti seri nei confronti di alcuni dipendenti dell'acquedotto di Hcs, a cominciare dal responsabile dell'impianto di Monte Augiano per cui si paventerebbe l'ipotesi di licenziamento.

E dalle ipotesi, alle attese (quelle dei risultati delle analisi effettuate dall'Università della Tuscia) e tra un incontro e l'altro con i tecnici dell'assessorato ai Lavori Pubblici e quelli di Hcs (prima) e con quelli della Asl (poi), le critiche per la situazione drammatica in cui da un mese vive la città, da parte dei cittadini e da parte dei politici, non finiscono.

"L'alluminio nell'acqua è colpa del Pincio". E ad ammetterlo è lo stesso Pincio "nella lettera che è stata inviata alla concittadina Lucia Bartolini in risposta ad una nota di lamentele inviata dalla stessa al primo cittadino".

La denuncia arriva dall'ex consigliere Pdl Pasquale Marino. Una denuncia fondata sulle parole, nero su bianco dell'amministrazione in quella lettera: "Qui un bacino di raccolta profondo 8 metri si è, negli anni, riempito di melma. Ne restano 40 centimetri per decantare l'acqua: Non bastano, ovviamente, e l'aggiunta di policloruri di Alluminio finisce per ripulire dai fanghi ma lasciando le tracce che rendono l'acqua inutilizzabile. Ecco perché il Sindaco ha disposto il trattamento con l'aggiunta dell'acqua "pulita" di Oriolo e dell'Acea ....".

Una "chiara ammissione di responsabilità" per Marino: "Per eliminare i fanghi il Comune ha usato il policloruro di alluminio e questi persistendo nell'acqua l'hanno resa non utilizzabile neanche dopo bollitura peggiorando quindi la situazione con la conseguenza che si sono arrecati enormi disagi alla popolazione. A questo punto, continua Marino, vorrei sapere, come cittadino, dall'Amministrazione chi ha consigliato questo intervento, e magari anche in quale altre città viene praticata questa soluzione, a me sembra che si sia trattato di una leggerezza enorme che sta avendo effetti gravissimi". Dito puntato anche e soprattutto contro l'assessore ai Lavori Pubblici Mirko Mecozzi: "La manifesta incapacità con cui l'Assessore sta gestendo il problema è tale che lo stesso dovrebbe trarre le dovute conseguenze e cioè rimettere la delega".

Non poteva ovviamente mancare un commento anche sugli esiti delle analisi della Asl e del Comune, discordanti tra loro e che hanno spinto il Comune a chiamare l'Unversità della Tuscia come giudice super partes: "Adesso il Pincio ha dato incarico all'Università della Tuscia di fare dei test ma non si può modificare la legge e questa dice che gli organi preposti a certi controlli e anche a certe autorizzazioni sono l'Arpa e la Asl. Solo le analisi di questi enti fanno testo".

Pronta la replica di Mecozzi. A cominciare da "chi ha consigliato l'uso di policloruro di alluminio". La risposta è semplice: "Nessuno ha consigliato questo tipo di intervento visto che Hcs tratta, da sempre e quindi anche durante la Giunta Moscherini, l'acqua con questo componente chimico. Perché il problema, dunque, è emerso solo ora? Semplice: perché questo tipo di analisi, ossia quella chimica che rileva la presenza di alluminio nell'acqua, non era mai stata effettuata prima d'ora, come sostiene la stessa Hcs. Dichiarazioni confermate anche dalla Asl (un solo campione una tantum ad agosto 2011 prelevato dall'invaso di Monte Augiano. Prima e dopo, niente). Quindi per Mecozzi non si può parlare di leggerezza da parte dell'attuale amministrazione. Anzi. È stata proprio questa amministrazione "che si è accorta di questa mancanza di non poco conto, semmai una grave e colpevole omissione proprio da parte della Giunta Moscherini (quella stessa Giunta che l'ex consigliere Marino ha sostenuto per anni) che, non solo non effettuava analisi chimiche, ma ha evidentemente dava per potabile acqua che di fatto non lo era. Si tratta ora di capire il perché di tale mancanza, e posso assicurare che lo era. Si tratta ora di capire il perché di tale mancanza, e posso assicurare che lo scopriremo presto".

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