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Adeguamento Tia, i commercianti non ci stanno

Si verificherà se esistono gli estremi per intraprendere un'azione legale per scongiurare l'ennesimo salasso

Un pesante fardello difficile da gestire. E così i commercianti locali si ritrovano davanti a un bivio: pagare l'adeguamento Tia per salvare Hcs e i suoi dipendenti rischiando però di non poter pagare i salari ai propri dipendenti o addirittura dover chiudere la propria attività. Oppure, semplicemente non pagare. E alla fine la soluzione sembra essere proprio questa.

Tra i commercianti c'è rabbia e sofferenza e tanti perché che non riescono a trovare una risposta. Se è vero che esiste una evasione del 40% perché non si perseguono gli evasori e si chiede sempre ai soliti noti di pagare? Se la delibera del consiglio comunale è stata approvata il 18 dicembre 2012 perché si è aspettato l'ultimo giorno per mandare le bollette (che non sono arrivate ancora a tutti)? Perché l'amministrazione ha parlato di una media di 60 euro (che per i commercianti và moltiplicata al massimo per cinque volte) e i commercianti hanno visto recapitarsi bollette da capogiro (dai 1.200 euro ai 5 mila euro) impossibili da pagare? La volontà dei commercianti è solo una: "Intervenire fattivamente - spiega il presidente della Confcommercio Vincenzo Palombo - senza abbassare la testa. Perché dopo l'Imu e l'arrivo a breve della Tares (che si prevede sarà pesante da digerire) non possiamo continuare a pagare per una cattiva gestione". Palombo ammette e conferma che esiste una legge che consente alle amministrazioni comunali di intervenire per rimettere in pareggio i bilanci che riguardano i servizi, ma la stessa legge "dice anche che il calcolo del costo va fatto in proporzione alla qualità del servizio. E i civitavecchiesi pagano tantissimo un servizio in realtà scadente". Il rischio è che "se continuiamo a pagare, non riusciremo più a garantire lo stipendio ai nostri dipendenti, rischiando di doverli licenziare". E non si può da una parte voler salvare l'occupazione a tutti i costi "mettendo in pericolo altra occupazione".

Dalla Confcommercio, così, lanciano l'appello alle altre associazioni (Federconsumatori, Codancons, ...) per promuovere un'iniziativa comune. "Stiamo verificando se esistono gli estremi - conclude Palombo - per intraprendere un'azione legale contro questa nuova mannaia caduta sulla testa dei civitavecchiesi". Azione legale aperta non solo ai commercianti ma anche alle attività professionali e ai privati.

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