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Sanità, consiglio comunale flop. Sedie vuote e poca partecipazione dei comuni del distretto Roma F

Firmata la deroga da parte del presidente della Regione Lazio Renata Polverini per l'assunzione di quattro medici al Pronto Soccorso da distribuire tra Civitavecchia e Bracciano.

Un vero e proprio flop. Potrebbe essere questo il giudizio negativo da dare al consiglio comunale aperto sulla sanità che ha visto poca partecipazione, anche da parte dei rappresentanti istituzionali civitavecchiesi. Non sono infatti mancate sedie vuote tra i banchi della Pucci. Da ambo le parti. Anche se più evidenti potevano sembrare quelle della maggioranza che qualora l'opposizione avesse deciso di abbandonare anzitempo la seduta avrebbe dovuto sciogliere il consiglio per assenza del numero legale.

Una “conversazione” quella di oggi, tra le parti che ha toccato diversi temi. Dalla riconversione dell’ospedale di Bracciano, nonostante una sentenza del Consiglio di Stato che accoglie il ricorso dei Comuni proprio contro la riconversione, alle carenze dell’ospedale San Paolo di Civitavecchia, passando dai tagli apportati dalla Regione e dalla spending review.

Unico punto d’incontro tra le parti, come poi sottolineato dal direttore generale della Asl Roma F Squarcione: “La sanità pubblica rischia di morire”. Una panoramica a 360° gradi che come hanno sottolineato i consiglieri d’opposizione ha rischiato di non centrare il vero obiettivo del consiglio comunale. “Parlare di sanità significa parlare di tutto e di più – ha dichiarato il consigliere Pdl Dimitri Vitali – parlare dell’ospedale San Paolo invece è un’altra cosa. Abbiamo già detto, durante la nostra amministrazione, che investire su qualcosa che non funziona non ha senso. Se un ospedale non funziona, come il San Paolo, allora perché non costruirne uno nuovo?”. A parlare invece della “sanità” come un “problema di mentalità di questo Paese” è stato invece il consigliere Moscherini: “La gente ormai vuole l’auto per andare all’edicola, l’ospedale sotto casa e così via”. Da qui aspra la critica al consigliere di Bracciano, Mauro Negretti che ha difeso l’ospedale di Bracciano lanciando l’allarme che “quello che oggi accade a Bracciano presto potrebbe accadere a Civitavecchia”.

“Quando il rappresentante di Bracciano – attacca Moscherini – che difende un ospedale, quello di Bracciano che non può essere definito ospedale, andrebbe mandato via. Addirittura dice che Bracciano vorrebbe affiliarsi al San Filippo Neri. Cosa aspettano?”. Parole che hanno portato il consigliere Negretti ad abbandonare la Pucci, offeso per il trattamento.

E secondo il consigliere d’opposizione il problema vero è un altro. “Occorre riorganizzare i distretti Asl”. Ecco da dove bisogna partire, passando poi dalla realizzazione di un ospedale intercomunale, “magari anche con Tarquinia”. Un’ipotesi che va a braccetto con la possibile realizzazione della provincia dell’Etruria che vedrebbe Civitavecchia unirsi in matrimonio con Viterbo, divorziando definitivamente da Roma. Un’ipotesi che per Moscherini andrebbe trattata in una “commissione mista tra maggioranza e opposizione per studiare il modo di riorganizzare le Province. Perché con la realizzazione di un’Area metropolitana che assorbe mezza Regione, non solo sparirebbero le Province, ma di fatto sparisce la Regione”.
E sulla scia di lunghi interventi sulla sanità, dove l’unico dato è la firma da parte del Commissario ad Acta sulla sanità di una deroga per l’assunzione di 4 medici al Pronto Soccorso da ripartire tra Civitavecchia e Bracciano, è stato approvato all’unanimità l’emendamento di Sinistra ecologia e libertà per la realizzazione di un Registro Tumori. Meno fortuna per i due ordini del giorno. Approvato con 14 voti (quelli della maggioranza) l’ordine del giorno della maggioranza che “impegna la giunta e il Sindaco, anche in qualità di presidente della Conferenza dei sindaci della Asl Roma F, a richiedere la costituzione della Conferenza permanente per la programmazione sanitaria regionale, a richiedere alla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, commissario ad acta per la sanità, di garantire alla Asl Roma F le dovute risorse, in termini di personale e di finanziamenti, necessarie per garantire i Lea e potenziare i servizi esistenti, sia in ospedale che nel territorio”.

Bocciato invece con sette voti favorevoli (quelli della minoranza) contro i 14 della maggioranza, l’ordine del giorno presentato dall’opposizione con il quale si chiedeva al Sindaco “di attivare per la costruzione di un nuovo ospedale in città, magari attraverso project financing che coinvolgano il privato, alla realizzazione di piccoli poliambulatori di supporto decentrati nei quartieri periferici, all’immediata costruzione del Port Hospital”. Altra richiesta, bocciata, “la definizione di un distretto territoriale con unica competenza in materia sanitaria, dei servizi idrici e della gestione dei rifiuti che partendo da Civitavecchia, delinei un’area di 350 mila abitanti, così come previsto nelle normative comunitarie”.
 

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