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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Civitavecchia. Movida: “le sentenze le danno i giudici. I giovani possono benissimo farne a meno”

La Delegata alle Politiche Giovanili replica alle dichiarazioni di Pietro e Marietta Tidei

“Invece di fare manovre a tenaglia, l’onorevole Tidei e sua figlia farebbero bene a fare inversione di marcia e venire più spesso a Civitavecchia, dato che i loro volti appaiono più in tv che per strada”. Questa la secca replica della Delegata alle Politiche Giovanili Simona Galizia alle parole espresse dall’Onorevole Pietro Tidei e dal Consigliere Marietta Tidei sul tema riguardante la movida violenta sul Lungomare. “Per capire il disagio giovanile ritengo siano necessarie due cose: essere giovani e vivere i giovani. Certamente chi da tempo, anche troppo, fa tappa in altri lidi o addirittura nella capitale, non sa bene i motivi per cui i giovani soffrono la crisi generazionale attualmente in corso. I giovani sono soli in un mondo soffocato dalla mancanza di prospettive che forse le generazioni precedenti hanno dissanguato a sufficienza. Le stesse generazioni – spiega la Galizia – che adesso si permettono di salire sul pulpito e sparare sentenze. Lo dico perché io stessa sono una giovane di questa città e credo che parlare di “ciappole” o addirittura di “tirate di orecchie”, soprattutto se a dirlo è un deputato della Repubblica Italiana, faccia soltanto ridere amaramente. Diversamente – dichiara Simona Galizia - ritengo sia opportuno programmare un percorso di confronto sociale, che possa chiarire finalmente che cosa vuol dire essere giovani in questa modernità. L’esigenza, soprattutto alla luce dei fatti di Lungomare Thaon de Revel, è quella di educare essendo educatori e non giudici. I giovani come me, hanno bisogno di credere in progetti concreti che possano valorizzare le loro qualità. In prima persona, mi sono più volte adoperata per portare avanti iniziative che potessero qualificare i giovani come “parti attive” del mondo attuale. Le loro risposte non sono state buone ma bensì ottime. Personalmente ho capito che è possibile costruire qualcosa di diverso nei confronti delle giovani generazioni e di riflesso nelle famiglie. La socializzazione – continua - è un qualcosa di importante e renderla verso i giovani significa fare il proprio dovere nei confronti del prossimo. La politica, tutta e senza distinzione di colori, non credo che negli anni precedenti si sia “azzuffata” per andare incontro ai giovani. Pochi i progetti e tante le promesse al vento. Il bullismo non è certo sortito fuori ora. C’è sempre stato, con la sola differenza che prima non veniva etichettato o, peggio ancora, strumentalizzato. I giovani – afferma - non hanno certo bisogno di bagarre politiche per sentirsi disagiati e né tanto meno di leggere comunicati scritti con il solo scopo di mischiare le carte in tavola. Chi si sveglia all’improvviso ricordandosi che i giovani a Civitavecchia esistono, farebbe bene a cambiare sistema. La strada che dovrebbero seguire, invece, sarebbe questa: educare con la voglia di farlo e non viceversa . La mia mente, come la porta dell’assessorato alle Politiche Giovanili – conclude la Galizia - è sempre stata aperta a tutti. Si parli quindi di progettualità giovanile, non di “ciappole” e né di inerzia da parte di qualcuno che, avendo l’onere di garantire la sicurezza pubblica, sta facendo i salti mortali per salvare una generazione che chiede soltanto aiuto”.  

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