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Hcs, Giannini: "L'amministrazione risolva una volta per tutte il disastro"

Il consigliere di maggioranza plaude inoltre alla proposta di indire un referendum consultivo sulla vendita della holding. I sindacati chiedono un incontro per "il necessario chiarimento politico"

L'increscioso episodio per cui ieri i lavoratori di Città Pulita sono andati su tutte le furie, tanto da spingere l'Usb Lazio ad intervenire sull'argomento non è passato inosservato. E rischia di lanciare la questione "Hcs" ancora una volta verso la polemica. Anche se il delegato al controllo delle partecipate ha spiegato che la ditta che in questi giorni sta raccogliendo la carta, sta operando a titolo gratuito. Ma al di là dell'episodio in sé e per sè, quello che occorre fare è "affrontare e risolvere una volta per tutto il disastro Hcs, figlio dell'ormai famosa e allegra gestione moscheriniana". A dirlo è il consigliere comunale di maggioranza Stefano Giannini.

"Con il rigore, il risparmio e una corretta gestione siamo riusciti a fermare in parte questo sperpero, tagliando gli sprechi di ben 7 milioni di euro. Non basta. È dunque giunto il momento di rilanciare un'idea già prospettata dal primo cittadino - spiega Giannini - e dal delegato Emiliano Santori. Avviare subito il referendum consultivo sull'eventuale vendita, totale o parziale, della holding comunale, in quanto ritengo sia giusto coinvolgere la città in una scelta così importante. La decisione dell'amministrazione, qualunque essa sia, sarà forte di un preciso mandato popolare, che consentirà di intraprendere la strada per uscire definitivamente da questa drammatica situazione".

Ma queste parole, unite a quelle del sindaco Tidei e del delegato Santori (che peraltro nei giorni scorsi ha fatto sapere di non essere poi tanto d'accordo sulla cassa integrazione a rotazione perché diverso "il peso" di ogni singola Sot), portano il segretario generale della Cgil "Roma Nord Civitavecchia", Cesare Caiazza a chiedere "un immediato chiarimento politico tra organizzazioni sindacali territoriali, confederali e delle categorie, e Giunta comunale".

"Il primo punto dell'accordo tra le parti - rinfresca la memoria a quanti avessero "dimenticato" - recita: È indispensabile esprimere un convinto impegno per mantenere il carattere pubblico nel governo e nella gestione dei servizi locali. Nel penultimo punto si afferma - aggiunge Caiazza - il concetto della cassa integrazione a rotazione tra tutti i dipendenti delle municipalizzate. Impegni sottoscritti, quindi, nell'ambito di un articolato Protocollo sottoposto a Referendum vincolante tra tutti i lavoratori e le lavoratrici interessati. Se si ritiene di dover procedere in maniera diversa rispetto agli accordi, in tema di modalità di ricorso alla cassa integrazione, serietà vuole che si convochino nuovamente le organizzazioni sindacali ed, eventualmente, si provi a definire una nuova intesa. Non è dato svolgere un confronto attraverso comunicati stampa".

Per quanto riguarda poi la privatizzazione dei servizi "in palese contrasto con uno dei punti fondamentali dell'accordo, non possiamo impedire eventuali azioni referendarie tese a far pronunciare sull'argomento tutti i cittadini di Civitavecchia. Sapendo però due cose: se si intraprende quresta strada la Cgil, per palese violazione dell'accordo sindacale porrà fine alla cassa integrazione. Nella consultazione - aggiunge Caiazza - analogamente con le posizioni assunte nei Referendum nazionali del giugno 2011, promuoveremo e saremo parte, come Cgil,  di uno schieramento di forze sociali e politiche, movimenti e associazioni in difesa del carattere pubblico dei servizi locali. Del tutto evidente che se l'amministrazione comunale dovesse scegliere questa strada se ne assumerà le responsabilità e, in ragione dell'esito del referendum, sarà eventualmente chiamata a trarne le conseguenze".

Motivo per cui "consigliamo di convocare (al di là degli incontri tecnici nelle varie Sot come quello del 16 gennaio) una immediata riunione tra le parti sottoscrittrici del Protocollo del 13 dicembre 2012 al fine di produrre il necessario chiarimento politico".

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