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Hcs, stilate le linee strategiche per la gestione della crisi del gruppo

Anche l'ex sindaco Moscherini avanza delle proposte per il risanamento della Holding, evitando la cassa integrazione. Si passa da Enel al passaggio ad Acea Ato2

Tracciate le linee strategiche per la gestione della crisi del gruppo Hcs. Unico modo per salvare la società (che pian piano sarà portata alla morte per far confluire i servizi in Civitavecchia Infrastrutture che può mettere a disposizione delle partecipate gli immobili, quindi capitale) si passa dall'eliminazione delle perdite del gruppo, la reintegrazione di tutti e 59 i cassintegrati (nel biennio successivo) senza licenziare nessuno, il finanziamento di un piano di investimenti di 2.880.000 euro in macchinari e mezzi nuovi (per migliorare le condizioni di lavoro e l'efficienza dei servizi), creare le condizioni (attraverso la riorganizzazione complessiva) per porre il decisore politico nella possibilità di ipotizzare la cessione delle partecipazioni di Hcs (parziale o totale): Città Pulita, Ippocrate, Argo oppure decidere di ripianare i 16 milioni di debiti (di cui il Comune non dispone assolutamente), portare Hcs a gestire esclusivamente le partecipazioni e svolgere attività di indirizzo e controllo. "Se le organizzazioni sindacali accetteranno le mie proposte allora bene, altrimenti chiederò ai liquidatori di occuparsi la vicenda. Mi metterò da parte". Parola di sindaco Tidei che non perde l'attimo per lanciare la frecciatina al "caro amico" vice sindaco Enrico Luciani che continua ad insistere su un punto: "Hcs non va venduta ai privati. Deve rimanere pubblica".

E già questa ipotesi sembra proprio essere stata esclusa dal primo cittadino. Per lui le strade da percorrere possono essere solo due: passare ad Acea Ato2 così da sgravare il Comune dai costi del personale (39 dipendenti passerebbero sotto la gestione di Acea) e del servizio idrico cittadino (un vero e proprio colabrodo). Oppure vendere una partecipata. Città Pulita in lizza. Dalla vendita del 70-80% si potrebbero ricavare circa 7-8 milioni da utilizzare nell'immediato al pagamento di parte dei debiti. L'altra parte si chiederà una rateizzazione ai creditori. Comunque stiano i fatti, i servizi dovranno comunque passare sotto l'egidia di Civitavecchia Infrastrutture (l'unica al momento a poter garantire liquidità grazie al patrimonio immobiliare del Comune).

Poi c'è la riduzione dei costi. E qui la strada sembra essere stata già imboccata dall'amministrazione comunale che ha già provveduto al licenziamento del supermanager Massimo Felice Lombardi e Antonino D'Este Orioles. Ma questo non basta. Alla cassa integrazione per i 59 dipendenti (1.620.000 euro) si dovranno affiancare i prepensionamenti degli ultra 64enni (380 mila euro), la riduzione dei buoni pasto e di altre indennità e benefici individuali come i superminimi (che non deve trovare l'accordo dei sindacati e porterà a un risparmio di 110 mila euro), l'annullamento dell'aumento orario degli ausiliari effettuato prima delle elezioni e per il Sindaco "Illegittimo" (90 mila euro). Tutto per un totale di 4.751.500 euro risparmiati.

Da non dimenticare poi l'Enel. Con lei si potrebbero definire nuovi contratti di servizio, come gli appalti per la creazione di zone verdi (il bosco insomma, che garantirebbero soldi per il ripianamento della Holding da una parte e occupazione dall'altra).

"Così facendo la società dovrebbe riprendersi nel giro di poco tempo. Due anni al massimo" per il primo cittadino. Se il piano non dovesse essere però accettato, i liquidatori avranno carta bianca. Senza accordo non si va in Regione. Quiindi niente cassa integrazione in deroga per 59 dipendenti. Si passa direttamente ai licenziamenti. Per un totale di 91 dipendenti. E da lì il passo verso il fallimento è breve. "Ci sono in gioco 420 dipendenti. Questa è la strada per salvarli tutti. Se così non dovesse essere andrebbero tutti a casa, compresa l'amministrazione. Perché i debiti di Hcs si riverserebbero sul Comune e il Comune non li può pagare".

Intanto a proporre soluzioni alternative alla cassa integrazione è l'ex sindaco Gianni Moscherini. Una è proprio quella già suggerita dall'amministrazione. Passare subito ad Ato2. Così per Moscherini "il Comune risparmierebbe 7 milioni di euro nel bilancio 2013" avendo così da una parte i soldi per "il risanamento aziendale" e dall'altro "garanzia per gli attuali lavoratori del settore idrico che saranno assorbiti da Ato2". Ma contemporaneamente l'amministrazione dovrà comunque procedere alla vendita del 60% delle quote di Hcs. L'altra proposta di Moscherini poi è proprio simile, se non uguale (come la precedente del resto) a quella avanzata da Tidei e dal delegato al controllo delle partecipate Emiliano Santori nel piano di risanamento. Bisogna coinvolgere Enel. "Bisogna convincerla a non realizzare il bosco sotto la centrale ma a riqualificare e risanare i fossi". E perché no si potrebbe pensare a "siglare un accordo per la manutenzione con Città Pulita". Ma non solo. Per Moscherini è indispensabile intercettare anche delle aziende che possano fare del gesso e delle ceneri depositate sotto la centrale materiali da cui trarre vantaggio e dunque profitto. "Questo - spiega - incrementerebbe l'occupazione". Dito puntato poi contro l'amministratore unico di Città Pulita Gino Ciogli che "ha inviato una lettera ai dipendenti in cui si chiede loro di verificare la propria posizione riguardo al pagamento della Tia e in caso regolarizzarla. Altrimenti, nonostante l'imbarazzo, Hcs procederà alla riscossione coattiva. Come se la colpa fosse dei lavoratori". (SEGUE)

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