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Civitavecchia Civitavecchia / Via P. Guglielmotti

Fusione tra Civitavecchia Infrastrutture e Hcs, è la proposta del Pincio

Sciogliere le municipalizzate e cedere la gestione operativa dei servizi ai privati. Per i sindacati tempo 10 giorni per presentare una contro-proposta

L'amministrazione comunale scopre le carte e mette sul tavolo la sua proposta per salvare Hcs e le sue partecipate. Primo passo da compiere è fondere Hcs e Civitavecchia Infrastrutture così da utilizzare il patrimonio comunale per pagare parte dei debiti della holding. Ma non essendo questo sufficiente a saldare tutti i debiti, il secondo passo da compiere sarà sciogliere le partecipate e cedere la gestione operativa di alcuni servizi (igiene urbana, Tpl e affitto delle farmacie comunali) a eccezione dell'assistenza ai bambini disabili. Ma per garantire che i servizi restino pubblici, il Pincio ha previsto di far mantenere ad Hcs i contratti di servizio.

Un "piano" anche per gli esuberi. "Dovremmo passare - ha spiegato il delegato alle partecipate Emiliano Santori - dalla cassa integrazione in deroga alla cassa integrazione a zero ore per un numero consistente di dipendenti (si va dai 60 ai 100 lavoratori) con l'impegno però da parte del Comune di reintegrarli entro uno, al massimo due anni". È questo il tempo che l'amministrazione comunale si è dato per creare nuovi posti di lavoro (raccolta differenziata e gestione delle aree verdi). Altri sette dipendenti delle municipalizzate, invece, potrebbero tornare comunali così da sgravare ulteriormente la società. Ed entro 10 giorni le organizzazioni sindacali dovranno presentare al Pincio una contro-proposta che, prima dell'approdo in Commissione Bilancio (fissata per giovedì prossimo) presenteranno ai lavoratori in un'assemblea pubblica di tutti i dipendenti. Ribadita ancora una volta, dai sindacati, l'esigenza di spostare la discussione in Regione "non per essere messi sotto tutela bensì perché molte delle materie sulle quali ci stiamo cimentando (a partire da possibili percorsi di mobilità o di cassa integrazione in deroga) prevedono il coinvolgimento e l'autorizzazione dell'istituzione regionale e poi perché riteniamo utile chiedere un coinvolgimento della Regione finalizzato ad evitare che la città più grande della Provincia di Roma, dopo la Capitale, finisca in dissesto finanziario". A condividere questo aspetto anche il vice sindaco Enrico Luciani (che in sede di Commissione Bilancio avrebbe ribadito la necessità di mantenere i servizi pubblici). E i sindacati chiedono al Sindaco di dare al più presto la sua disponibilità formale così da poter chiedere una convocazione in Regione già martedì prossimo. In assenza di condivisione "richiederemo e sosterremo ugualmente" l'incontro "perché lo riteniamo necessario e urgente". Dal canto loro i dipendenti di Città Pulita si dicono preoccupati: "Vogliono vendere chi ha servito queste società, mettendosi a disposizione della collettività già dal '97, mentre vogliono tenere chi lavora solo dal 2010/2011. Vogliono portarci alla divisione, ma noi non ci stiamo". E sarà proprio durante l'assemblea di tutti i dipendenti che sindacati e lavoratori decideranno la "strategia" da mettere in campo.

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