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In carcere uno spazio dedicato alla genitorialità e all'affettività

Realizzata presso la casa circondariale di Borgata Aurelia una camera dedicata all'incontro genitori detenuti e figli, su progetto di Lillo Di Mauro

Uno spazio destinato all'affettività e all'esercizio della genitorialità per i detenuti e le detenute.

È questo l'obiettivo della camera aperta presso la casa circondariale di Borgata Aurelia per l'incontro genitori-figli. Si tratta la sesta iniziativa del genere, su progetto di Lillo Di Mauro, presidente della consulta permanente cittadina per i problemi penitenziari di Roma Capitale.

Si tratta di spazi colorati e accoglienti progettati per permettere al genitore detenuto di mantenere saldi e forti i rapporti familiari e sociali e per tutelare i diritti dei bambini attraverso azioni e attività di accompagnamento e sostegno, condotte da educatori professionali, che lo aiutano a esprimere i disagi e a saperli elaborare. Sono spazi in cui è attivo uno "sportello sociale alla famiglia" riservato ai colloqui con operatori con competenze educative, psicologiche, giuridiche e sociali che intervengono su richiesta nelle situazioni di conflitto. L'accoglienza del bambino in carcere attraverso il gioco e il dialogo aiuta a lenire momenti di tensione tra lui, genitore detenuto, genitore accompagnatore, agenti di custodia. Facilitare e accompagnare gli incontri tra genitore detenuto e figli oltre a restituire dignità agli affetti, valorizza la funzione genitoriale altrimenti destinata a inaridirsi.

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