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Incidente di Civitavecchia: Capparella non era né ubriaco né drogato

A stabilirlo una perizia tossicologica sul sangue del giovane superstite effettuata per incidente probatorio. Nell'incidente del 28 febbraio persero la vita 4 giovani tra i 16 e i 21 anni

Colpo di scena nelle indagini sull'incidente del 28 dicembre a Civitavecchia in cui morirono 4 giovani. Yuri Capparella, conducente dell'auto, ed unico superstite dal volo del cavalcavia della bretella di collegamento tra il porto e l'Aurelia, non era né ubriaco né drogato.

Lo ha stabilito la perizia tossicologica sul sangue del giovane superstite effettuata per incidente probatorio che si è svolto ieri al Tribunale di Civitavecchia. Capparella è accusato di omicidio colposo plurimo. La perizia fa cadere automaticamente l'aggravante della guida sotto l'effetto di stupefacenti ipotizzata in un primo momento dal pubblico ministero sulla base dell'analisi delle urine, effettuata all'ospedale di Civitavecchia subito dopo l'incidente.

Un test ritenuto non valido dai legali di Capparella perché rileva eventuali tracce di cocaina assunta nei tre mesi precedenti. Nel contempo, il magistrato, aveva disposto il prelievo e la conservazione di un campione di sangue: lo stesso poi utilizzato per l'incidente probatorio.

Nell'incidente del 28 febbraio hanno perso la vita Daniele e Indra Mercuri, Gianni Siena e Gianmarco Coccioloni tutti di età compresa tra i 16 ed i 21 anni. Capparella si trovava alla guida dell'auto che stava riportando la comitiva a casa da una serata in discoteca a Ronciglione. Nei giorni successivi il magistrato che si occupa delle indagini aveva disposto anche delle perizie sul guard rail per verificare la resistenza di quest'ultimo e se quindi vi fossero responsabilità relative alla manutenzione stradale.

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