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Chiusura della centrale Enel, Confindustria scrive al sindaco Tidei

Richiesto un incontro dal vicepresidente Aurelio Regina "per poter fare un approfondimento sulla vicenda". Sotto accusa anche "la discarica abusiva formatasi con il deposito del materiale di dragaggio non riutilizzabile nei modi e nei termini di legge"

La chiusura della centrale Enel, preannunciata dal sindaco Tidei, non piace affatto. Non piace perché a rimetterci sarebbero sempre i soliti noti. I lavoratori. Non solo quelli direttamente impiegati all'interno della centrale, ma anche tutti quelli che lavorano per le ditte che con Enel hanno stipulato dei contratti di lavoro.

E così, dopo le organizzazioni sindacali, a scrivere al primo cittadino civitavecchiese ci pensa anche il presidente di Unindustria e vicepresidente di Confindustria, Aurelio Regina. La richiesta è semplice: un incontro urgente "per poter fare un approfondimento sulla vicenda". E difende Tvn.

"Torrevaldaliga Nord - scrive Regina - rappresenta uno degli impianti a carbone più all'avanguardia nel mondo. Come a lei ben noto - prosegue Regina - ai più alti standard di efficienza produttiva si uniscono sicurezza e drastica riduzione degli impatti ambientali. Un'avanguardia tecnologica che, nell'esercizio produttivo, ma ancor più nella fase di depurazione dei fumi e di costante controllo delle emissioni, fa scuola a livello internazionale. L'impianto di Torrevaldaliga Nord inoltre è uno snodo cruciale per l'intero sistema elettrico nazionale. Se da un lato - spiega il vicepresidente Confindustria - favorisce una riduzione dei costi di produzione dell'elettricità per effetto della maggiore competitività del carbone rispetto agli altri combustili fossili, dall'altro consente una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti e il progressivo contenimento della dipendenza energetica dell'Italia da Paesi geopoliticamente instabili".

Ma Tvn rappresenta, come dichiarato da Regina, anche "una straordinaria opportunità per il tessuto imprenditoriale locale, favorendo un indotto occupazionale che oggi si stima, tra lavoratori diretti e indiretti, in circa 1000 persone impiegate. Un progetto - sottolinea - che ha rappresentato un rilancio economico e di riqualificazione complessiva della città di Civitavecchia, diventata in poco tempo centro di eccellenza e modello di riferimento internazionale per la produzione di energia elettrica da carbone".

E a ritenere che la "centrale funzioni meravigliosamente" è anche il consigliere Pdl Dimitri Vitali a cui non "sembra di percepire il pericolo di disastro ambientale, paventato dal Sindaco". E presume che "gli annunci di Tidei vanno letti in un altro modo: non vorremmo infatti - dichiara Vitali - che queste esternazioni siano uno spauracchio solo per bussare cassa all'Enel. Credo che sarebbe semplicemente vergognoso qualora dopo le minacce di Tidei arrivi un bel pacchetto-regalo da "Mamma Enel", in primis perché si scoprirebbe che l'attenzione all'ambiente di Tidei, sarebbe non veritiera, ma anche perché l'ente elettrico non dovrebbe mai cedere ai ricatti di questo genere". E chiede, proprio come le organizzazioni sindacali "un tavolo di confronto che valuti la possibilità da parte delle imprese, di esportare il know-how acquisito a Civitavecchia in altri cantieri dove Enel sta avviando la costruzione di nuove centrali a carbone".

Intanto, a quanto pare, il primo cittadino civitavecchiese oltre a mettere sotto accuse quelle "polveri gialle" che invadono la città soprattutto durante le ore del mattino e che rendono Civitavecchia simile alla Pianura Padana (ma in questo caso non per colpa della nebbia), mette sotto accusa anche quella "discarica abusiva" che si sarebbe formata "con il deposito del materiale di dragaggio non riutilizzabile nei modi e nei termini di legge". Almeno, stando a quanto scritto in una lettera inviata ad Enel e al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

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