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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Fr5, Andrea Ricci: "L'ennesimo viaggio della (poca) speranza"

Nuova grande disavventura per i pendolari della Fr5 a causa del sovraffollamento e delle inosservanze da parte di Trenitalia. Malori e ritardi a lavoro all'ordine del giorno

"3 nuovi treni (dei 26 ordinati per l'arco 2011-2013) sui binari della regione entro il 2011, successiva revisione delle carrozze dei "vecchi" Vivalto giunti in scadenza, durante un arco di tempo di circa 6 mesi: questo era il programma presentato un anno fa ai pendolari laziali da Trenitalia. Risultato: a metà novembre 2012 sono entrati in servizio solo 2 treni. Invece il piano di revisione è sì, inevitabilmente, partito, ma per il completamento si parla ora della "primavera 2013". Risultato: dall'inizio dell'anno composizioni ridotte all'osso su linee già di norma sovraffollate, densità umana calcolata (nei vestiboli) in oltre 9 persone a metro quadro (per inciso, il triplo di quella dei carri bestiame dei deportati dai nazisti), malori, treni su cui è fisicamente impossibile salire...".

Inizia così l'ennesimo racconto di un pendolare stanco ormai di dover pregare tutti i giorni per giungere sano e salvo a lavoro e tornare a casa illeso. E soprattutto ancora in verticale. E sì, perché a causa del sovraffollamento si potrebbe anche rischiare una crisi e svenire. Risultato posizione orizzontale. Anche se questa, nei treni Fr5 non è assicurata. La causa: troppe persone stipate in un metro quadro. Spesso senza aria condizionata (nemmeno a parlare di riscaldamenti, c'è già il contatto umano ravvicinato, fino troppo, che basta a tenere caldo).


"E' storia di tutti i giorni. Oggi b- racconta Andrea Ricci del Comitato pendolari litoranea Roma Nord - sulla FR5, il treno proveniente da Grosseto e previsto in arrivo a Termini alle 8.53 viaggia, come spesso avviene, con quattro carrozze anziché con le sei previste (ovvero, 250 posti in meno, contando solo quelli a sedere) e per di più con 2 porte rotte su 8. A Torrimpietra già non si riesce a salire; a Maccarese una persona si sente male, qualcuno in stazione tira l'apertura forzata della porta (è l'unico modo possibile per comunicare col personale del treno quando non ci si può muovere per l'affollamento), bloccandone così una terza. Venti minuti prima di riuscire a ripartire, tra riuscire a far salire (quasi) tutte le persone in attesa e ripristinare la porta. Stessa scena ad Aurelia, dove rimangono a terra decine di persone ed il treno non riesce a chiudere le porte. Alla fine 36 minuti di ritardo, molti a prendere una metropolitana per l'ennesima volta a servizio ridotto, ma anche stavolta la persona che ha avuto il malore si è ripresa e non è successo niente di più grave dei consueti ritardi al lavoro ed all'università, o nelle coincidenze con altri mezzi di trasporto.è successo. Ma che nel futuro continui ad andare "così bene" possiamo solo sperarlo, vista la situazione. In compenso, i pendolari italiani hanno di che consolarsi con la lettura della lunga pagina di comunicato stampa dedicata di recente dalla FS al giornalista del Financial Times che halodato le Ferrovie Italiane perché sui Frecciarossa viene servita spremuta d'arancia fresca..."

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